Torre dell’Orso e la sua baia
Una baia incastonata come gemma preziosa nel diadema della scogliera finemente cesellata dalla salsedine e dai venti abili scultori, così appare la spiaggia di Torre dell’Orso, una distesa di sabbia finissima e dal lucore iridescente ai riflessi del sole. Poco meno di un chilometro di spiaggia che sfuma prima verso le dolci gobbe delle dune che sembrano voler replicare, come in uno specchio, l’accavallarsi delle onde e poi, nel vivo smeraldo dei pini d’Aleppo. L’acqua qui, grazie alla circolazione delle correnti del canale di Otranto, è particolarmente limpida e cristallina consentendo, come in una dichiarazione di sincerità, di scorgere per parecchi metri il mobile fondale marino.
Il profilo della baia è pittorescamente modellato sul versante nord dalla mole vetusta e dimidiata della torre d’avvistamento cinquecentesca il cui slancio verticale trova adeguato contrappunto sul versante sud nella suggestiva massa dei due faraglioni detti delle due sorelle.
Due scogli che sembrano suggerire due profili antropomorfi eternati nella roccia in perenne e intimo dialogo. Proprio la particolare morfologia dei due faraglioni ha sollecitato la fantasia popolare che li ha resi oggetto di una struggente e commovente leggenda. Secondo la versione riportata da A. Nahi: “Vivevano un tempo, nella campagna non lontana da Torre dell’Orso, due sorelle, entrambe dotate di una straordinaria semplicità e di una bellezza favolosa.
Un giorno d’estate, che il caldo in campagna era davvero insopportabile, decisero di andare a cercare un po’ di frescura e refrigerio nel vicino mare.
Attraversata l’odorosa pineta, s’arrestarono sull’alta scogliera: le acque tremolanti luccicavano sotto il sole del mattino e intanto giungeva un venticello profumato di pini, di mirto e rosmarino.
I colori vividi delle acque e il loro tremolio nella mente di una delle due ragazze dovette esercitare un effetto intensamente magico, quasi un’attrazione magnetica, perché la giovane, come rapita in estasi sublime, aprí le braccia e con un grido, che sembrava d’intensa gioia e di piacere, si lanciò nel vuoto in un atto disperato d’amore.
Le grida della ragazza che invano si dibatteva tra la spuma, destarono la sorella che a sua volta si buttò nel vuoto nel vano tentativo di strapparla alla morte. In pochi istanti il mare si trovò a cullare due corpi inermi e senza vita. Le grida delle due sorelle furono udite da un pescatore che si recò sul luogo e scrutò il mare ma nulla vide se non meravigliato per la prima volta, due faraglioni posti l’uno a fianco dell’altro, del tutto identici, che sembravano abbracciarsi. Al ritorno, il pescatore, sconcertato e turbato per non aver mai notato prima quelle bellezze naturali, decise di chiamare quel luogo Le due sorelle”.
Ancora oggi, i due faraglioni si fronteggiano complici sullo sfondo della baia di Torre dell’Orso, le cui suggestioni si rinnovano sempre nuove, richiamando, non a caso, migliaia di turisti e visitatori conquistati dalla malie uniche di questo angolo di Salento.