Torri costiere del Salento
Lapidea testimonianza di un tempo di grande incertezza e pericolosità del vivere su queste terre di frontiera, le torri costiere del Salento costituiscono uno degli elementi di un sistema di difesa che ha dato forma e modellato il profilo del paesaggio litorale salentino a partire dal XVI secolo. A pianta quadrata o circolare, nella severa semplicità delle loro linee, queste torri si ergono dopo secoli in equilibrio su leggeri pendii o presso insenature anguste a scrutare un orizzonte ancora carico di domande.
Immerse in un paesaggio che appare geloso custode di un tempo immobile, le loro pietre serbano il ricordo di secoli di storia intrecciata a leggende torve o delicate portatrici di profonde verità umane. In un panorama che sembra inchinarsi allo loro possanza ne emergono come esigenza di verticalità che resiste al tempo e all’imperversare dei venti.
Circondate dal silenzio, sembrano incessantemente in ascolto del chiacchiericcio, ora impetuoso ora sommesso, del mare di cui hanno imparato a discernere il dialetto di scirocco o di tramontana. Immobili osservano il passare delle stagioni emergendo d’inverno dalla coltre di foschia marina come numi tutelari evocati dalla fantasia popolare, d’estate, invece, offrono la loro superfice lapidea ai giochi di luce del sole modulandone i capricci nelle tonalità calde della pietra.
Molte delle torri costiere del Salento hanno nomi di santi e raccontano la fede semplice di contadini e pescatori, rimandando echi di una devozione lontana e persa nel tempo. La loro mole insegue il profilo della penisola salentina, ora completamente distrutte, ora per metà crollate sotto il peso degli anni come nel caso di Torre dell’Orso, ora ancora integre nella loro imponenza.
Nel momento di massima espansione, se ne contavano circa ottanta sapientemente disposte in luoghi adeguati all’avvistamento in una accorta strategia di difesa. Il periodo di costruzione di queste torri si divide in due tempi. Il primo va dal 1519 alla metà circa del secolo, essendo imperatore Carlo V e vicerè d. Pietro di Toledo.
Il secondo tempo della costruzione del sistema di torri costiere del Salento va, invece, dal 1559 circa al 1571, sotto il vicerè Pietro di Ribera, duca di Alcalà, il quale venuto a conoscenza del proposito dei Turchi di espugnare Malta, dopo aver inviato alcune guarnigioni a Taranto, a Gallipoli, a Otranto, a Brindisi, a Monopoli a Bari ed in altre città della costa, dette inizio alla costruzione delle torri. Frutto di architettura militare non concedono nulla ad orpelli estetizzanti, ma la loro sagoma si slancia essenziale e svelta con poche merlature e elementi aggettanti atti alla difesa.
Nella costruzione e nella disposizione interna, riflettono le esigenze immediate di turni di guardia periodicamente rinnovantisi. Mancano di scale interne in muratura. Gli uomini di vedetta, infatti, utilizzavano scale di legno che, una volta usate, venivano ritirate per impedire agli invasori, che fossero riusciti a toccar terra, la scalata. Pochi e semplici gli ambienti interni nel loro allestimento, l’indispensabile cioè a soggiorni brevi da impiegare esclusivamente alla guardia della costa e ad una prima difesa.
Oggi persa questa loro funzione, le torri costiere del Salento appaiono come mani protese sull’orizzonte ad incontrare non più la minaccia ma il racconto di destini martoriati provenienti da altri lidi. Dimidiate dal tempo come il torrione di Torre dell’Orso, appaiono ora come guerrieri ormai disarmati pronti ad accogliere destini incerti che parlano di futuro.